
La contribuzione volontaria una tantum al fondo pensione è la possibilità di versare delle somme aggiuntive da destinare alla previdenza complementare, oltre al TFR, ai contributi individuali mensili e all’eventuale contributo aggiuntivo del datore di lavoro.
In questo modo, l’aderente ha la possibilità di:
In questo articolo vedremo nel dettaglio cos’è questa forma di contribuzione, come si può attivare e quali sono i vantaggi economici e fiscali a essa legati.
Gli aderenti a Fondapi e più in generale alla previdenza complementare, come sappiamo possono destinare al Fondo il TFR più un loro contributo individuale a cui si somma il contributo del datore di lavoro. Oltre a questo, possono, in qualsiasi momento, decidere di accrescere il montante della propria posizione attraverso una contribuzione volontaria una tantum.
In sostanza si tratta di un versamento, per mezzo di un normale bonifico, verso un conto di Fondapi. Il Fondo, ricevuto il denaro, lo accrediterà sulla posizione dell’aderente e lo investirà nel comparto da lui selezionato.
Oltre ad andare a accrescere il montante della posizione individuale, la contribuzione volontaria una tantum comporta anche un beneficio fiscale immediato:
Tutti i versamenti individuali, tranne il TFR, sono deducibili dal reddito del lavoratore.
L’importo massimo deducibile ogni anno è di 5.164,57 euro e consente di abbassare il reddito sul quale il cittadino paga le tasse (IRPEF).
Attenzione: non è che questi contributi non saranno mai più tassati.
Semplicemente verranno tassati al momento della prestazione con un’aliquota sostitutiva al massimo del 23% (per riscatti e anticipazioni) e tra il 15% e il 9% (per prestazioni pensionistiche, anticipazioni sanitarie e alcune tipologie di riscatto)
Quindi, chi nell’anno ha versato meno di 5.164,57 euro può usare la contribuzione volontaria per sfruttare l’intero beneficio fiscale. È importante ricordare che, se si supera tale soglia di deducibilità, è necessario comunicare al Fondo la differenza in eccesso.
Vediamo perché
Se nel 2022 avete versato contributi per 6.164,57 euro dovete comunicare al Fondo che 1.000 euro sono contributi non deducibili (6.164,57 – 5.164,57 = 1.000).
In questo modo, sui 5.164 pagherete solo la tassazione sostitutiva quando richiederete una prestazione al Fondo (vista nel precedente paragrafo).
Sui 1.000 rimanenti, invece, pagherete la normale tassazione progressiva IRPEF, ma – ed ecco perché bisogna comunicare le eccedenze – in fase di prestazione su di essi non verrà applicata alcuna imposta.
Dal momento in cui Fondapi riceve:
impiega al massimo 7 giorni per lavorare la pratica.
Passato questo tempo si potrà vedere la somma versata nella propria area personale. Inizialmente verrà visualizzata come “contributo non investito – in attesa di valore quota”.
Per investirlo il Fondo attende che i gestori finanziari pubblichino il valore quota del mese in cui il contributo è stato versato. Il valore quota di un mese viene pubblicato nella seconda metà del mese successivo
Ad esempio: se il contributo viene versato a novembre ’22 si attende la pubblicazione del valore quota di novembre ‘22 per investire la somma. Il valore quota di novembre viene pubblicato verso la metà di dicembre. Quindi verso la metà di dicembre ’22 il contributo verrà investito e sarà visibile come “contributo”.
Qui spieghiamo cos’è il valore quota e come funziona.
Per effettuare un versamento volontario diretto l’Aderente dovrà prima di tutto effettuare un bonifico sull’Iban indicato nel modulo di contribuzione una tantum. (disponibile cliccando qui)
Successivamente dovrà compilare il suddetto modulo in una delle seguenti modalità:
Ricordiamo che il modulo può essere trasmesso per mail a fondapi@fondapi.it e per oggetto inserendo “Modulo contribuzione una tantum”