Il 28 aprile Fondapi è stato premiato agli Investment Manager and Advisor Awards 2022, organizzati da Milano Finanza, per la gestione finanziaria.
Fondapi è risultato essere il Fondo negoziale con il maggior numero di prodotti con il massimo del rating.
Tutti e tre i comparti di investimento Fondapi hanno ottenuto la Tripla A.
È la seconda volta in tre anni che Milano Finanza premia Fondapi per i suoi risultati al vertice del settore!
Alla premiazione è intervenuto il Presidente di Fondapi, Alberto Castelli, che ha parlato delle difficoltà delle PMI italiane in questo particolare momento storico. Fondapi è, infatti, il fondo negoziale di categoria destinato ai lavoratori e alle imprese che prevedono uno dei seguenti contratti collettivi per le piccole e medie imprese: Metalmeccanico, Chimico e Accorpati, Plastica e Gomma, Tessile, Grafico, Alimentare, Edile, Informatico, Laterizi e cemento, Lapidei, Servizi alle imprese, Calce e gesso.
Il prestigioso riconoscimento conferma la bontà della gestione finanziaria di Fondapi che offre ai propri aderenti un servizio di investimento di primordine che ben remunera i loro risparmi.
È proprio questo uno dei più importanti vantaggi della previdenza complementare. A differenza di chi lascia il TFR in azienda o lo versa all’INPS (dipendenti delle aziende con più di 50 dipendenti) chi sceglie di versare il TFR a Fondapi beneficia:
- Degli ottimi rendimenti di comparti del Fondo (su base decennale i comparti Crescita, Prudente e Garanzia hanno reso, rispettivamente, il 94,4%, 63,97% e 22,85% valori cumulati già al netto delle imposte). Significa che chi, 10 anni fa, scelse il comparto crescita, nel dicembre del 2021 aveva quasi raddoppiato le risorse investite.
- Dell’eventuale contributo del datore di lavoro. Beneficio esclusivo di chi versa anche un contributo a proprio carico. È evidente che il contributo del datore di lavoro è un vero e proprio rendimento implicito a cui diversamente non si avrebbe accesso.
Covid, guerra e crisi sistemiche: cosa c’è da sapere!
Ricordiamo che l’investimento pensionistico ha un orizzonte temporale di medio e lungo periodo. Pertanto, non bisogna soffermarsi sulle oscillazioni del valore quota dei singoli mesi, ma considerare un periodo che tenga conto di più anni.
Periodi di crescita negativa sono, infatti, fisiologici dei mercati finanziari. Dal 2000 in poi abbiamo assistito a diverse crisi, ultime per cronologia la pandemia da Covid-19 e la guerra russo-ucraina che hanno inciso negativamente sui rendimenti. Per approfondire consigliamo la lettura della newsletter Montagne Russe.
In particolare, con la crisi sanitaria dovuta al Covid-19, nei primi mesi del 2020 assistemmo ad una situazione simile. Il valore quota di tutti i comparti tra marzo e agosto era crollato, ma da settembre tornò a crescere. A novembre tornò a livelli pre-pandemia e tutti gli iscritti avevano già recuperato le perdite registrate ad inizio anno.
Nulla può, ovviamente, essere detto sui rendimenti futuri della gestione dei prossimi mesi. I rendimenti passati non sono garanzia di quelli futuri, tuttavia la storia di quasi 20 anni fa ben sperare.