Cosa sta accadendo sui mercati finanziari globali?
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Cosa sta accadendo sui mercati finanziari globali?

A fine 2021 l’economia globale e i mercati finanziari sembravano essersi ripresi dalla “botta” del Covid-19.

Poi due shock:

  • l’aumento dei prezzi delle forniture energetiche;
  • lo scoppio della guerra in Ucraina.

I conflitti bellici, in generale, hanno sempre creato turbolenze sui mercati finanziari per la difficoltà di prevedere gli effetti che ne scaturiscono e la dimensione di coinvolgimento potenziale.

Il vero problema, se tralasciamo il costo umano del conflitto, è la dipendenza energetica italiana ed europea dal gas russo. Questa è la difficoltà che più da vicino interessa l’universo europeo, le nostre imprese, i nostri lavoratori.
Il prezzo del gas da marzo a oggi ha avuto una crescita inaspettata e repentina innescando e accentuando la spirale inflazionistica avviatasi a inizio anno. Va detto, ad osservare gli ultimi due-tre anni di attività, che la reazione dell’Europa di fronte alle crisi si è fatta più incisiva. Più concreta rispetto al passato, con il tentativo imporre un tetto al prezzo del gas.

Come hanno reagito le banche centrali

L’inflazione fuori controllo ha costretto le banche centrali a intraprendere e attuare politiche antinflazionistiche. Queste sono volte a ridurre il denaro che circola nell’economia. Come?
Alzando i tassi di interesse e rendendo più appetibili – per i consumatori – gli investimenti in obbligazioni, da troppo tempo con rendimenti vicini allo zero. Indurre le famiglie a investire parte dei loro risparmi in questo tipo di strumenti ha, però, un rovescio della medaglia:

  • l’aumento del costo di finanziamento per le imprese;
  • l’onere dei mutui per le famiglie.

FED (banca centrale statunitense) e BCE (banca centrale europea) sono perfettamente consapevoli di questo risvolto negativo. Hanno, però, più volte dichiarato che il contenimento dell’inflazione è il principale obiettivo da raggiungere nel breve-medio periodo; anche a costo di una probabile recessione. In sostanza si tratta di innescare una sorta di “recessione controllata” per evitare che il rialzo dei prezzi sfugga dal controllo delle banche centrali con effetti di redistribuzione della ricchezza.

La classica medicina amara che prima si prende e meglio è.

La strategia del Fondo in relazione all’andamento dei mercati finanziari

Se si osservano i risultati di medio-lungo periodo possiamo dire che Fondapi ha superato brillantemente le sfide che si sono presentate nel corso degli ultimi 20 anni di gestione.
L’impostazione del Fondo ora è volta principalmente a:

  • preservare e conservare i risultati fin qui raccolti;
  • verificare eventuali occasioni di investimento una volta che lo scenario sarà diventato più chiaro.

Negli ultimi mesi, quindi il rischio complessivo associato al portafoglio si è ridotto notevolmente. Inoltre, è stata intensificata l’interlocuzione con i gestori finanziari per monitorare via via gli eventi. 

Cosa fare quando i mercati finanziari sono instabili

In queste occasioni si rende doveroso ricordare alcuni cardini della scelta di aderire alla previdenza complementare:

1.         È necessario mantenere i nervi saldi. Negli ultimi venti anni abbiamo superato diverse crisi che hanno avuto impatto sui rendimenti. Nel medio–lungo periodo, però, i risultati sono arrivati: il posizionamento della gestione accorta ha sempre consentito di recuperare.

2.         La struttura dell’investimento periodico e continuativo nel Fondo (ogni bimestre) attenua gli andamenti molto altalenanti. L’investimento avviene sia nelle fasi di ribasso che in quelle di rialzo.

3.         Uscire dal comparto di investimento attuale (specialmente se Crescita o Prudente) significherebbe realizzare delle perdite che al momento sono solo virtuali.

4.         Teoria Life Cycle: questa teoria fa corrispondere la scelta del comparto alla durata dell’investimento.

Applicata al Fondo pensione si traduce in:

  • scegliere il comparto Crescita quando il tempo alla pensione è lontano;
  • passare, poi, al comparto Prudente a 10 anni dal pensionamento;
  • solo negli ultimi 5/3 anni passare al comparto Garanzia.

Un approccio di questo tipo (esplicitato anche nella nota informativa di Fondapi) tutela maggiormente l’interesse di accumulare risorse senza legare le scelte a momenti contingenti.

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